Continuano da giorni le proteste a Minneapolis. Mentre i poliziotti assassini rimangono al sicuro e a proprio agio nelle loro case, la guardia nazionale è stata chiamata a reprimere i manifestanti. Mentre i media demonizzano i manifestanti come criminali e saccheggiatori, è chiaro che i veri criminali sono i poliziotti assassini e la Guardia Nazionale che li protegge.


Per la seconda notte di fila, la gente è scesa nelle strade di Minneapolis per protestare contro l’assassinio di George Floyd, e per la seconda notte di fila, la polizia è uscita in piena tenuta antisommossa, gassando e sparando proiettili di gomma contro i manifestanti. I manifestanti hanno reagito e la criminalizzazione delle proteste è ora iniziata, con molti che chiamano i manifestanti saccheggiatori e criminali.

Ma i veri sciacalli e criminali non sono le persone che ieri sera urlavano “Black Lives Matter” per le strade.

L’omicidio di George Floyd ha guadagnato l’attenzione nazionale e internazionale a seguito della diffusione virale del video della sua morte. Nel video, Floyd è stato brutalmente soffocato da un poliziotto di Minneapolis, Derek Chauvin, che ha schiacciato il ginocchio sul collo di Floyd per diversi minuti. Come Eric Garner, Floyd ha gridato più e più volte “Non riesco a respirare”. Anche mentre i passanti imploravano la polizia di fermarsi, gli agenti continuavano a soffocare Floyd. Dopo dieci lunghi minuti di tortura, Floyd, un buttafuori quarantenne, è morto per mano della polizia di Minneapolis.

La risposta al video è stata travolgente. È stato condiviso milioni di volte. I sindacati di tutto il Minnesota hanno rilasciato dichiarazioni contro la polizia di Minneapolis, tra i quali l’AFL-CIO del Minnesota, Minnesota’s Unite Here! Hospitality Union, e la Minnesota United Steelworkers. L’Università del Minnesota ha deciso di tagliare tutti i legami con la polizia di Minneapolis.

I quattro poliziotti coinvolti nell’omicidio sono stati licenziati, ma non ne è stato arrestato nessuno, nonostante le schiaccianti prove video che dimostrano l’intenzione di assassinare Floyd. Il sindaco democratico di Minneapolis, Jacob Frey, ha chiesto l’arresto dell’agente che teneva il ginocchio sul collo di Floyd, ignorando che c’è un concorso in omicidio di quattro agenti, anche se Floyd è stato materialmente soffocato dal solo Chauvin. E Frey non ha parlato delle continue violenze della polizia durante la protesta. E ora, dopo questa seconda notte di proteste, ha chiamato la Guardia Nazionale per reprimere i manifestanti. L’ipocrisia è stupefacente: chiede giustizia, ma poi chiama la Guardia Nazionale per terrorizzare ulteriormente la comunità nera.

La prima notte di protesta a Minneapolis ha visto migliaia di persone scendere in strada, sfilando verso il terzo distretto di polizia. Sono stati attaccati con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. È emerso un netto contrasto tra le azioni della polizia contro i manifestanti della Black Lives Matter, e quelle contro i manifestanti armati bianchi che hanno fatto irruzione nel campidoglio dello stato del Michigan e hanno urlato contro i poliziotti. Non sono stati gettati gas lacrimogeni o sparati proiettili di gomma contro di loro, dopo tutto avevano l’appoggio di Trump e di settori chiave del capitale, come il Wall Street Journal.

Il giorno dopo le grandi proteste di Minneapolis, un piccolo gruppo di manifestanti si è radunato fuori dalla casa di Derek Chauvin, scrivendo “assassino” sul suo viale d’accesso. Una persona ha postato su facebook che i lavoratori della consegna del cibo si sono rifiutati di portargli da mangiare quando hanno scoperto chi era. Ora, la Guardia Nazionale è di stanza fuori dalla casa di questo poliziotto assassino. Questo è un chiaro monito sul ruolo oppressivo dello Stato: piuttosto che arrestare un noto assassino, la Guardia Nazionale lo sta proteggendo.

Nel frattempo, Minneapolis ha iniziato a costruire un muro, attorno al terzo distretto di polizia, fatto di blocchi stradali e di una rete di metallo, valutando giustamente che le proteste sarebbero montate. Anche questo dimostra le priorità dello Stato. Invece di arrestare semplicemente gli uomini che hanno ucciso Floyd, hanno scelto di costruire barricate intorno alla stazione di polizia.

Ma Minneapolis non è stata l’unica città a vedersela con le proteste di ieri sera. A Los Angeles è stata indetta una marcia contro le violenze della polizia, con i manifestanti che hanno occupato l’autostrada 101. Un’auto della polizia si è fatta strada tra la folla di manifestanti e ha accelerato mentre un manifestante era sopra l’auto, ferendolo. La polizia di Los Angeles ha twittato: “Sentiamo la vostra rabbia e il vostro dolore. Noi promuoveremo sempre la libertà di parola. Punto. Tutto ciò che chiediamo è che le proteste si svolgano in modo sicuro e legale”. Tale preoccupazione ha poco significato quando proviene da una forza di polizia nota per la sua brutalità contro la comunità nera e per la repressione delle manifestazioni.

A Minneapolis, nella seconda notte di protesta, la polizia ha rapidamente intensificato le azioni contro i manifestanti, che erano fuori in numero minore rispetto alla notte precedente. Ancora una volta, la polizia ha indossato l’equipaggiamento antisommossa, e ha usato gas lacrimogeni contro i manifestanti all’inizio della serata. Inoltre, ha fatto uscire la cavalleria per affrontare i manifestanti nel tentativo di reprimere le proteste.

Con l’avanzare della notte, la folla è cresciuta a migliaia, ed ha espresso la rabbia di essere oppressa da una forza di polizia omicida, la completa ingiustizia dell’intero sistema e la sua brutalità nei confronti dei neri. Mentre la polizia faceva piovere gas lacrimogeni sui manifestanti, un Autozone (rivenditore di ricambi e accessori per auto) è stato incendiato. I manifestanti hanno fatto irruzione in diversi negozi, tra cui un negozio Target a South Minneapolis, e i vigilantes bianchi armati, alcuni dei quali avevano delle motoseghe, sono usciti per “proteggere le imprese dai saccheggi”.

Come si può ben immaginare, la destra festeggia perché può sciacallare sulle immagini di neri che danno fuoco alle aziende e prendono cose da Target. Tucker Carlson ha sostenuto su Fox News che “Opinioni sconvenienti, brutalità della polizia, signore della buona società maleducate a Central Park – tutto questo è male, ma niente di tutto questo è così brutto come quello che avete appena visto….. La rivolta è una forma di tirannia. I forti e i violenti opprimono i deboli e gli inermi. È oppressione. ”

Anche se Tucker Carlson è forse il tipo più disgustoso di militante di estrema destra, quello che ha detto è indice di un modo di pensare ancora più ampio: mettere in pericolo la proprietà privata di Target e Autozone è peggiore e “più opprimente” dell’uccidere i neri.

E all’improvviso, nell’universo perverso di Carlson, i giovani neri, sistematicamente criminalizzati dalla polizia e sottoccupati nel mercato del lavoro diventano “gli oppressori forti e potenti”. Prendere una lampada, o dei vestiti o anche una TV da Target fa di te un criminale, un saccheggiatore che mette in pericolo la democrazia. È la storia che i media trasmetteranno e riprodurranno per tutto il giorno. Ed è la ragione per cui la guardia nazionale è stata chiamata a reprimere le proteste prima ancora che i poliziotti assassini fossero arrestati.

Prendere una TV fa di te un criminale. Ma essere una grande azienda che prende fondi destinati alle le piccole imprese, o una grande azienda salvata dal governo, è considerato normale. Quindi, dovremmo chiederci: chi sono i veri saccheggiatori? Target, che paga ai dipendenti 11 dollari l’ora per realizzare profitti massicci per il proprio amministratore delegato, che ha un patrimonio di quasi 57 milioni di dollari? Un gruppo ristretto di 8 persone che possiedono la metà della ricchezza mondiale ed esauriscono le risorse mondiali? Se guardate i media mainstream, faranno in modo che pensiate che il saccheggiatore sia quel giovane di colore che prende una TV da 100 dollari da Target.

Per questo motivo dobbiamo attribuire la colpa precisamente a chi se la merita: Derek Chauvin e i suoi tre colleghi sono assassini che dovrebbero essere incarcerati. Il loro crimine è registrato su un video. Ma poiché sono poliziotti, dobbiamo mobilitarci anche per questa richiesta elementare.

Tutto ciò che riguarda questo caso mette in evidenza la completa ingiustizia del sistema razzista e capitalista. L’uccisione di George Floyd è già stato un crimine enorme, un crimine che è esacerbato da ogni secondo che i poliziotti assassini possono trascorrere nel comfort delle loro case invece di essere rinchiusi nelle stesse prigioni dove innumerevoli persone di colore e poveracci sono incarcerati per molto, molto meno. Evidenzia il modo in cui la proprietà privata viene valorizzata rispetto alle vite dei neri – e, come il coronavirus ha dimostrato, rispetto alla vita della classe operaia.

In questo momento, è fondamentale mobilitarsi e unirsi alla protesta, scendendo in strada quando possiamo, chiedendo l’incarcerazione dei poliziotti assassini e la fine di tutte le brutalità della polizia. Anche l’esempio dei sindacati che hanno fatto dei proclami è un passo fondamentale nella giusta direzione. Ma abbiamo bisogno di qualcosa di più. Siamo nel bel mezzo di un fenomeno di lotta di classe e il movimento Black Lives Matter può consolidarsi, rafforzarsi e radicalizzarsi un movimento di questo tipo. Abbiamo bisogno dell’unità della classe operaia e degli oppressi, sostenendo le rivendicazioni di Black Lives Matter contro la violenza della polizia, ma anche le rivendicazioni riguardanti la crisi del coronavirus, che ha colpito in modo sproporzionato gli afroamericani. Questa unità tra la classe operaia e gli oppresi, con la mobilitazione di scioperi, picchetti e cortei, è la forza sociale che può schiacciare questo sistema.

 

Tatiana Cozzarelli

Traduzione da Left Voice

Tatiana è stata insegnante presso le scuole medie ed è attualmente dottoranda in Urban Education alla City University of New York (CUNY). Fa parte della redazione del giornale online Left Voice.