Metsola, del PPE, succede a David Sassoli, morto martedì 11 gennaio all’età di 65 anni, e ha un mandato per i prossimi due anni e mezzo.


La deputata maltese Roberta Metsola, membro del gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici Cristiani) e dei Democratici Europei, è stata eletta ieri presidente del Parlamento europeo, diventando così la terza donna a presiedere l’istituzione nella sua storia.

Metsola, 43 anni, ha raggiunto la maggioranza assoluta necessaria per vincere il posto al primo turno con 458 voti, mentre la svedese Alice Bah Kuhnke dei Verdi ha ottenuto 101 e la spagnola Sira Rego della Sinistra 57.

Metsola succede al social-liberale italiano David Sassoli, morto martedì 11 gennaio all’età di 65 anni per gravi problemi di salute pregressi, e ha un mandato per i prossimi due anni e mezzo, fino alla fine della legislatura e alle prossime elezioni del Parlamento europeo.

Roberta Metsola è la terza presidente donna Parlamento europeo dopo Simone Veil e Nicole Fontaine. È anche la terza donna a presiedere in questo momento una grande istituzione europea con Christine Lagarde (Banca centrale europea) e Ursula Van der Leyen (Commissione europea). Ma la sua consacrazione ha anche i suoi detrattori.

Deputata della coalizione europea di destra Partito Popolare Europeo (PPE), le sue posizioni conservatrici e la sua opposizione ai diritti di aborto in particolare non sono un aspetto pacifico in un continente dove i tentativi di negazione del diritto all’aborto, e le lotte per affermarlo, sono all’ordine del giorno in vari paesi.

Malta è l’unico paese dell’UE in cui l’aborto rimane semplicemente illegale. Nel 2004, Malta ha aggiunto una clausola al suo trattato di entrata nel blocco europeo che le permetteva di mantenere questa norma: stabiliva che nessuna legislazione europea a favore dell’interruzione della gravidanza sarebbe entrata in vigore a Malta.

Il fatto che il Parlamento europeo sia guidato da una donna che ha costantemente votato contro l’aborto è stato ampiamente criticato, ed è l’ennesima delle tante dimostrazioni pratiche che la causa dell’emancipazione femminile non coincide con i nuovi ruoli di potere assunti dalle donne nelle grandi aziende o nelle istituzioni del potere statale e internazionale.

Al contrario, l’elezione di Metsola e l’evidente forza del PPE nell’Unione Europea sono un pessimo segno per i diritti delle donne in tutta Europa.

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