Ieri, dopo l’assemblea lanciata dal collettivo di scienze politiche alla Sapienza di Roma, si è scelta la strada dell’occupazione della facoltà per dare un segnale forte contro la repressione che l* stess* student* avevano subito durante un presidio pochi giorni prima da parte di una brutale carica delle forze dell’ordine all’interno della stessa università. Denunciamo anche un episodio di stupro che ha coinvolto una studentessa in infermieristica, sempre alla Sapienza, durante un tirocinio,, segnale della necessità di estendere la mobilitazione e di collegarla al tema dell’aziendalizzazione dell’istruzione universitaria, alle lotte dei lavoratori della ricerca, e non solo.

L’altro ieri l* student* dell’università Sapienza (RM) si sono organizzati attorno la chiamata del presidio indetto del collettivo di scienze politiche contro l’iniziativa, a tema “Il Capitalismo” -buono-, lanciata da Azione Universitaria, ramo giovanile di Fratelli d’Italia, che aveva invitato a parlare Fabio Roscani, deputato del neo-governo con FdI, e Daniele Capezzone, ex deputato di Forza Italia e ad oggi giornalista. Questo presidio è stato accolto, con il consenso della rettrice Polimeni, con un dispiego di forze dell’ordine numerosissimo che, poco dopo l’inizio degli interventi de* student* in presidio, li ha caricati brutalmente.
Ieri, in risposta al sodalizio repressivo del governo e dell’università, l* student* hanno deciso di occupare la facoltà di scienze politiche in seguito ad un’assemblea partecipatissima.
Nei loro comunicati il collettivo di facoltà ribadisce che il presidio prima, e l’occupazione poi, hanno l’intento di non tacere non solo di fronte l’intromissione di un governo che non rappresenta l* giovan* e l* student* in università, ma che un’università che reprime non è l’università che vogliamo. In questo quadro crediamo  che la rettrice sia complice e debba dare le sue dimissioni. La sua retorica sull’illusione di un capitalismo buono di fronte a student* che vivono sotto costante angoscia a causa di un futuro precario sia dal punto di vista lavorativo che climatico è violento come le cariche che ci hanno destinato.

Per quanto ci riguarda non esiste alcun capitalismo buono!


L’occupazione è stata mossa al grido di: Occupiamola! Coro lanciato dai lavoratori in lotta della GKN a Firenze. Cinquecento lavoratori che più di un anno fa per email scoprono di essere stati licenziati dopo pochi giorni dallo sblocco dei licenziamenti post covid; cinquecento lavoratori che però hanno deciso di lottare per il diritto ad una vita degna e un lavoro sicuro, cinquecento lavoratori che hanno deciso di occupare la propria fabbrica per sottrarla ai padroni e per sottrarsi alle logiche del mercato capitalista che è disposto a distruggere la vita di cinquecento e più famiglie per dislocare la produzione a prezzi più bassi ed incentivare la guerra tra poveri. Un’occupazione, quella della GKN, che va avanti da più di un anno e che ha innescato un processo di convergenza attorno alla parola d’ordine Insorgiamo in tutta Italia, che solo il 22 Ottobre ha visto il lancio di una manifestazione a Bologna con decine di migliaia di partecipanti in collegamento con il movimento per il cambiamento climatico Friday For Future, e che il 5 Novembre vedrà un’altra mobilitazione a Napoli con il movimento Noi Non Paghiamo contro il caro bollette e il caro vita. 

Tornando all’interno dell’università, denunciamo, inoltre, anche lo stupro di cui è stata vittima una ragazza tirocinante della facoltà di infermeristica, sempre della Sapienza, durante un turno di notte da parte di un lavoratore del Policlinico Umberto I. Studentessa costretta, come i suoi colleghi, ad interminabili ore di tirocinio non retribuito, senza tutele e che spesso si traduce nell’essere la manovalanza dei reparti in cui non solo ti viene insegnato poco o nulla ma vieni anche trattato come l’ultima ruota del carro. Tutto ciò non bastava: la studentessa è dovuta essere anche vittima dello stupro di chi lì doveva farle da mentore. La precarietà a cui sono soggetti i tirocinanti universitari, soprattutto di infermieristica, e le violenze di genere non sono due fenomeni scollegati, si intersecano profondamente in una cultura sessista che non viene combattuta sui posti di lavoro, anzi, che viene legittimata e a cui si da tacito assenso con questo sistema capitalista che si interseca nella sua struttura con il patriarcato. 

Crediamo fermamente che mai come in questo momento la lotta de* student* debba espandersi al complesso dell’università la Sapienza – e in prospettiva all’intero mondo dell’università – per una reale convergenza e unità che permetta di combattere la repressione all’interno degli atenei. Una repressione dettata sempre più da logiche aziendaliste e performanti che, tra le altre cose, tende sempre più a preparare nuova manodopera a servizio del capitale.  Una repressione, infine, che si sta avendo dopo anni e anni di tagli all’istruzione e alla ricerca 

In questo quadro crediamo che sia estremamente importante che la data del 4 novembre, giorno dell’assemblea nazionale dei ricercatori e ricercatrici, chiamata dal Coordinamento Re-Strike contro la nuova legge sul reclutamento universitario associata a un’ulteriore precarizzazione, debba essere un trampolino di lancio per una vera convergenza che leghi student* e ricercatori e ricercatrici contro la repressione e i tagli all’istruzione. 

Così come è importante la data del 5 novembre a Napoli contro il carovita per mantenere vivo quel processo di convergenza che già la settimana scorsa a Bologna ha dimostrato che un’unità di lotta anticapitalista è possibile. 


Infine, il grido che l* student* hanno lanciato è un grido che urla che l’unità tra l* student* e l* lavorator* è indispensabile per non lasciar si è che la nostra rabbia sia solo una risposta ad un attacco, ma sia un’arma per affrontare una guerra che da anni stanno vincendo i padroni, che ha permesso di far salire la destra al governo, di impoverire milioni di famiglie e che si combatte in tutto il mondo. Ma come in Francia, in Iran, com’è stato in Cile, noi rivendichiamo la necessità di un mondo migliore, del socialismo, per questo se ieri è stato in diverse parti del mondo, l’altro ieri a Firenze con gli operai della GKN, oggi con gli studenti della Sapienza, sappiamo che domani sarà in tutta Italia.
Organizziamoci per lottare per una società diversa, organizziamoci per lottare per il socialismo!

 

Scilla Di Pietro

 

Nata a Napoli il 1997, già militante del movimento studentesco napoletano con il CSNE-CSR. Vive lavora a Roma. È tra le fondatrici della corrente femminisa rivoluzionaria "Il Pane e Le Rose. Milita nella Frazione Internazionalista Rivoluzionaria (FIR) ed è redattrice della Voce delle Lotte.