Pubblichiamo la traduzione di un articolo di Left Voice, sito statunitense della Red Internacional, che affronta la questione del rapporto tra movimento operaio, sinistra socialista e forze di polizia, seguito da una nota del nostro traduttore.


Il mese scorso, i Socialisti Democratici d’America (DSA) hanno avuto il loro più grande congresso di sempre, dando prova della crescita impressionante dell’organizzazione e dell’interesse crescente nelle di sinistra negli Stati Uniti. I delegati chiamati a congresso hanno votato a favore di una serie di misure progressiste, come la rivendicazione di compenso economico per i discendenti degli schiavi negli USA, così come il sostegno alla campagna Boycott, Sanction and Divestment (ndt. il boicottaggio organizzato di prodotti di manifattura israeliana). Hanno altresì votato per uscire dall’Internazionale Socialista, la quale negli anni si è resa promotrice dei programmi di austerity messi in atto dal PS di Hollande, dal PRI in Messico, e dal PASOK in Grecia. Sfortunamente, d’altro canto, i delegati hanno votato contro una mozione che descriveva i rischi del lavoro interno e a eccessivo contatto con il Partito Democratico.

I delegati hanno inoltre eletto il nuovo Comitato Politico Nazionale, “che funge da organo di direzione del DSA” e rappresenta la più importante entità dirigente del Partito. Danny Fetonte, co-segretario del ramo di Austin del DSA, è uno dei 16 nuovi membri di questo Comitato.

Il giorno dopo, è venuto fuori che Fetonte aveva lavorato in passato per il “Combined Law Enforcement Associations of Texas” (CLEAT), il più grande sindacato poliziesco del Texas, rappresentante sindacale di più di 21.000 ufficiali. Stando a quanto riportato da un documento portato alla luce da alcuni membri non allineati del Comitato, mentre Fetonte lavorava per il CLEAT, il sindacato di polizia avrebbe ottenuto, dopo una dura campagna, cambiamenti ai contratti individuali che avrebbero permesso ai poliziotti di visualizzare le prove contro di loro prima di rilasciare comunicati (in caso di problematiche legali o possibili indagini, ndt.). Il sindacato avrebbe anche condotto una campagna sostenuta finanziariamente da 1.000.000 di dollari contro cambiamenti contrattuali che avrebbero reputato responsabile delle proprie azioni un qualsiasi poliziotto colto in atti di violenza sessuale. Di recente, il CLEAT è balzato agli onori della cronaca per aver sostenuto una legge che protegge conducenti di veicoli i quali abbiano investito individui in corteo o presidio. Il profilo da candidato di Fetonte non fa menzione del suo passato nel CLEAT, ed alcuni membri del CLEAT affermano che non sarebbe stato eletto se, appunto, il suo passato fosse stato di pubblica conoscenza.

Il problema del rapporto tra DSA e polizia non sembra destinato a placarsi nel prossimo futuro. Nonostante le polemiche seguite all’elezione di Fetonte, la leadership del Partito ha continuato a sostenere altri esponenti con legami con le forze dell’ordine. Un caso emblematico è quello del Reverendo Khader El-Yateem, un salariato dell’NYPD.

Nel rendersi conto del fatto che la più grande organizzazione di sinistra degli ultimi trent’anni ha eletto un sindacalista legato alla polizia ad un ruolo di leadership interna, si è aperto una discussione importante sul ruolo della polizia nella società civile e su quale posizione i socialisti debbano tenere nei confronti di essa.

Sono emerse varie reazioni dopo la scoperta del passato di Fetonte, all’interno del partito. La sezione di Austin ha rimarcato il proprio sostegno al suo leader, ma i rappresentanti del mondo del lavoro intern al DSA hanno rilasciato una dichiarazione più progressista, chiedendo a Fetonte di dimettersi, data la natura poco democratica della sua elezione, citando il fatto che la maggior parte degli iscritti non avesse idea del fatto che fosse stato del sindacato di polizia.

Il comunicato afferma inoltre: “Sia chiaro: la polizia e i sindacati di polizia sono, negli Stati Uniti, uno strumento del suprematismo bianco, dello sfruttamento capitalistico e dell’oppressione. Essi [i sindacati di polizia] sono necessari per proteggere la polizia da un’effettiva assunzione di responsabilità. Sono uno strumento chiave nella legittimazione del terrorismo politico razzista che attualmente stiamo combattendo. E’ un imperativo morale dei socialisti nel movimento operaio non l’avvocatura nei confronti della polizia, quanto nei confronti di coloro che sono oppressi da essa: i neri vittime di brutalità e violenza, i detenuti in rivolta contro il sistema schiavile carcerario, gli operai che si scontrano con chi impone il potere della classe dominante, e i poveri”. Il loro proclama dimostra una comprensione della natura reazionaria della polizia nella società. La promessa di organizzare uno “sciopero delle quote” è stata mantenuta e preparata, con molti membri che hanno giurato di non effettuare pagamenti all’organizzazione fino a quando Fetonte non sarà rimosso dall’incarico.

Ciononostante, non basta rimuovere Fetonte dal suo incarico; il DSA e altre organizzazioni di sinistra devono effettuare dei passi concreti nel sottolineare che i poliziotti, o coloro che lavorano per essi, non possono essere socialisti. E’ impossibile per un ufficiale di polizia al tempo stesso agire come ala armata dello stato capitalista e, simultaneamente, lavorare per abbattere il capitalismo.

L’NPC non ha raggiunto la maggioranza di due terzi, e sembra che Fetonte resterà al suo posto. Per alcuni membri, però, la decisione era fondata su errori procedurali. Rimane comunque il fatto che l’NPC ha confermato che, sotto le regole attuali, esso non crede che avere un sindacalista di polizia nella dirigenza costituisca un fatto abbastanza importante da portare alla creazione di nuove regole interne. Piuttosto che creare un nuovo precedente che dimostri, fattualmente, che la polizia è nemica degli operai e che le organizzazioni operaie non provano altro che rabbia e disgusto verso i poliziotti, la nuova leadership ha scelto di nascondersi dietro al protocollo.

Lo scandalo non è accaduto nello spazio. Nelle scorse settimane, il paese ha visto un incremento nelle mobilitazioni da parte dell’estrema destra, come nel caso delle giornate sanguinose di Charlottesville, che hanno tolto la vita a Heather Heyer e hanno visto molti altri feriti. La risposta timida della polizia alle manifestazioni neofasciste fa da contrasto con la brutale repressione innescata durante le proteste degli afro-americani in città come Ferguson. La scorsa settimana, inoltre, Donald Trump ha dichiarato l’amnistia per l’ex Sceriffo dell’Arizona Joe Arpaio, un individuo il quale ha sistematicamente violato i diritti individuali dei latinoamericani in carcere e nelle strade.

Di fronte a questa società, è importante per i socialisti avere definizioni chiare sul ruolo della polizia al suo interno. La questione urgente posta loro è: gli sbirri sono operai o oppressori?

 

Qual è il ruolo della polizia nella società?

Non c’è nulla di naturale nelle diseguaglianze capitalistiche. Non ci siamo “organizzati” senza pensarci in modo tale che otto individui detenessero la metà della ricchezza materiale del mondo mentre la classe operaia globale si struggeva con problemi quali povertà, violenza, scarsa educazione, mancanza di servizi sanitari e lavoro sfrenato. Quando prendiamo in considerazione le umiliazioni giornaliere di questi lavoratori che producono i nostri vestiti, preparano il caffè, o puliscono le strade – lavoratori che, di numero, sorpassano vastamente i loro capi – ci chiediamo perché non insorgono.

Ci sono fattori molteplici da considerare quando viene posta questa domanda complessa, e includono la condizione della coscienza di classe, o la sua assenza, ovvero la mancanza di comprensione dell’arricchimento dei capi a discapito degli operai e di consapevolezza del potere che hanno gli operai di cambiare le cose. A parte questo, però, è un altro l’aspetto concreto che bisogna considerare: la polizia, che ha un ruolo centrale nel garantire il funzionamento pacifico di una società fondata sulla diseguaglianza.

Le forze di polizia sono la frangia armata del capitalismo; gli ufficiali fungono da garanti dello status quo dei profitti. Lo vediamo nelle mobilitazioni operaie di tutto il mondo, oltre che degli Stati Uniti. Ad esempio, quando i dimostranti si barricarono per difendere le riserve naturali indigene di Standing Rock, furono brutalmente attaccati dalla polizia. Ogni volta che c’è uno sciopero, la polizia attacca gli operai e non si azzarda a toccare i crumiri o i dirigenti d’azienda. Picchiano violentemente i lavoratori in picchetto e usano l’intimidazione, i pestaggi e gli omicidi per riportare la situazione all’ “ordine”. Hanno ucciso in molteplici occasioni, senza fermarsi a lacrimogeni e proiettili di gomma: nel caso dello sciopero di Lawrence del 1912 ci furono tre omicidi per mano della polizia, così come a Minneapolis nel 1934 (quattro morti) e durante le proteste per l’ottenimento di diritti civili a Jackson (due morti).

La polizia, inoltre, ha una lunga storia di assalto a socialisti e organizzazioni socialiste, come il Partito Socialista degli anni ’20, guidato da Eugene Debs, o il Black Pnther Party, di il segretario della sezione dell’Illinois, Fred Hampton, fu sparato e ucciso nel sonno da un poliziotto. Oltre ad attaccare e uccidere membri e leader, la polizia è nota per aver spesso infiltrato le organizzazioni operaie, portando alla loro fine nella maggior parte dei casi. Gli istituti di pubblica sicurezza hanno spesso fatto girare menzogne e hanno creato divisioni permanenti nelle organizzazioni, portandole a fasi di stallo non indifferenti. Non è solo una parte della storia recente di questo paese; ci sono prove di infiltrazione poliziesca all’interno del movimento Occupy e di Black Lives Matter. Il concetto di “poliziotti interni a organizzazioni socialiste” mina il funzionamento basilare dell’organizzazione e sbeffeggia apertamente la storia di omicidi e torture poliziesche a danno dei socialisti.

 

La Storia rivela la verità

Nei primi anni degli Stati Uniti, i capitalisti pagavano guardie armate per difendere la loro proprietà. Tuttavia, come riportato da Time.com, nei primi anni dell’800, “i mercanti si inventarono un metodo efficace per difendere i propri possedimenti, ovvero trasferendo i loro fondi nei conti della polizia, con la scusa che fosse positivo per il ‘bene comune’.”. La polizia non è stata creata per difendere il bene comune, quanto per proteggere la proprietà privata della borghesia statunitense. Il motivo d’esistenza centrale dei dipartimenti di polizia non è mai cambiato.

Prima dell’abolizione della schiavitù, la polizia era mandata a reprimere le rivolte schiavili e a rincorrere gli schiavi fuggitivi. La polizia è nata dal terrore capitalistico di poter perdere la propria proprietà, inclusa quella più cara del Sud: la schiavitù degli afroamericani, i quali hanno prodotto la maggior parte della ricchezza di questo Stato. Dopo l’abolizione, i poliziotti hanno avuto un ruolo centrale nel far valere le leggi di Jim Crow e a stabilire il sistema carcerario per come lo conosciamo, ovvero come un sistema “de facto” schiavistico.

 

La polizia razzista

Il ruolo della polizia nel rafforzare il razzismo è cambiato con il cambiamento delle leggi che il razzismo lo tutelano. Ma non è cambiata la natura razzista della polizia. Questo risulta chiaro dai video innumerevoli di poliziotti che terrorizzano e, spesso, uccidono, uomini e donne afroamericani, come nei casi di Philando Castille, Freddie Gray e Walter Scott, o anche Korryn Gaines e Sandra Bland. Gli ultimi anni hanno dimostrato che la polizia uccide con impunità. La mancanza di condanne, anche nei casi più pesanti e compromettenti, dimostra che le corti hanno dato ai poliziotti carta bianca quando si tratta di decidere sulla vita di un nero.

I poliziotti sono i gregari brutali dell’oppressione, e mettono in carcere un numero sproporzionato di persone di colore per un lavoro pagato sotto il minimo degli standard nazionali nelle galere, e assicurano manodopera a basso costo attraverso l’esclusione di ex-detenuti da qualsiasi tipo di lavoro nella media (per quanto riguarda i salari) potrebbero provare a fare una volta usciti. Quello del lavoro carcerario è un business da miliardi, sostenuto da arresti di massa e razzismo, centrale per il capitalismo contemporaneo e necessario per approfondire le divisioni interne della classe operaia.

In un momento in cui i neofascisti, nelle strade, si prendono le luci della ribalta mediatica, durante manifestazioni piene di odio e tensione, è importante ricordare il ruolo della polizia nel rafforzare questi schieramenti, sia in passato che al giorno d’oggi. Abbiamo visto la polizia proteggere questi reazionari e attaccare chi li contestava, più e più volte. A Charlottesville, la polizia ha voltato lo sguardo quando la destra attaccava dimostranti pacifici, restandosene in disparte anche quando un membro di quei gruppi sparò a un uomo di colore. Questo è stato ripetuto in molteplici città degli USA. Al Jazeera afferma che “la polizia sembra sapere chi bersagliare, e guarda caso non sono quasi mai vecchi bianchi coperti dalla bandiera a stelle e strisce o ragazzetti spocchiosi travestiti da legionari romani.”

Non ci si può sbagliare su quale sia la parte della barricata che vede schierata la polizia. Come socialisti, non ci dovrebbero essere dubbi che noi e la polizia siamo su parti opposte della barricata, sia come modo di dire sia letteralmente. Noi siamo dalla parte dei poveri e degli oppressi, siamo dalla parte della classe operaia. E siamo dalla parte che vuole smantellare il sistema capitalista per istituire una nuova società.

 

Gli sbirri non sono operai

L’argomentazione di alcuni della società civile è che i poliziotti sono lavoratori, dato che, in fondo, sono salariati. Queste persone ritengono che la polizia sia composta da elementi alla stregua di qualsiasi altro impiegato statale, ovvero uno stipendiato il quale deve provvedere all’adempimento di un servizio, come nel caso della sanità e dell’istruzione, in contrasto con coloro che sono stipendiati dai capitalisti individuali. Tuttavia, i fattori che definiscono la classe operaia vanno ben oltre la semplice retribuzione salariale. Essi, tra gli altri, includono anche la funzione del lavoro. Nel contesto della polizia, questa è quella di difendere la proprietà privata e l’ordine capitalistico con l’uso del razzismo e di altre forme di repressione. E qual è il prodotto del lavoro poliziesco? Il profitto tratto dal lavoro carcerario dei detenuti (in larga maggioranza afro-americani) e i morti neri nelle strade. Ciò rende l’operato della polizia inerentemente antagonistico rispetto al resto della classe operaia.

Ironicamente, nel ricevere un salario, la polizia trae beneficio da alcune delle vittorie della classe operaie, come il diritto a un sindacato. Nonostante ciò, poichè gli sbirri non sono operai, i sindacati di polizia differiscono fortemente dagli altri tipi di sindacato, i quali sono stati creati per proteggere gli operai dalle offensive dei padroni e dei governi borghesi. I sindacati di polizia, invece, esistono per difendere i poliziotti colti a commettere violenze e modificare scene del crimine. Anche il CLEAT ha affermato che la polizia differisce dalla classe operaia.

Dunque, organizzare gli sbirri all’interno di un sindacato è essenzialmente sostenere l’organizzazione e la preparazione dei nemici della classe operaia alla lotta di classe, ovviamente contro operai e persone di colore. Per questo, Left Voice chiede esplicitamente a tutte e organizzazioni operaie sindacali di rimuovere i poliziotti dai propri membri e di impedirgli di organizzarsi al nostro fianco. Questa proposta è stata sostenuta dalla sezione locale 2865 degli United Auto Workers e dai gruppi di lavoro neri ed ispanici della SEIU locale 721 a Los Angeles.

E’ una questione di principio per i comunisti e le loro organizzazioni il portare attenzione alla grande frattura tra noi e i poliziotti. Non ci sono scusanti di protocollo che tengano quando si tratta di principi fondamentali come questo.

Quando parliamo di “organizzare la classe operaia”, non lo intendiamo in modo simbolico, ma che siamo in prima fila tra le avanguardie del proletariato, nei cortei e nei picchetti. Dobbiamo avere il coraggio di fronteggiare la repressione, di organizzare scioperi, blocchi stradali e altre forme di sabotaggio del sistema borghese. Quando affermiamo di combattere per il socialismo, per la classe operaia e per prendere il controllo dei mezzi di produzione, lo facciamo con l’intenzione di porci in antagonismo con coloro che vogliono reprimere la classe operaia.

Conosciamo i nostri nemici: gli sbirri, i capitalisti e gli imperialisti. Ci uniamo agli oppressi e ai proletari per sconfiggerli. Basta sbrirri nei sindacati e basta sbirri nelle organizzazioni comuniste!

 

Julia Wallace, Tatiana Cozzarelli

Traduzione di Luca Gieri da Left Voice

 

Nota del traduttore

Proponiamo la traduzione dell’articolo Cop Organizers aren’t Comrades in quanto la redazione della VdL valuta che possa offrire ai lettori italiani importanti punti di riflessione e discussione. Ciò non toglie che possano essere mosse critiche, anche forti, ad alcuni elementi di analisi delle due compagne americane autrici dell’articolo.

Mentre la posizione immediatamente affrontata, sulla presenza di poliziotti all’interno di organizzazioni sindacali e socialiste, può essere largamente accettabile nel contesto corrente, ci sono alcune note stridenti nell’argomentazione. Oltre ad un abuso di terminologie banalizzanti, come ad esempio “sbirri”, pare evidente che non si tenga in considerazione il carattere profondamente contraddittorio delle forze dell’ordine in ogni paese, quindi anche in America.

Mentre, è vero, i sindacati di polizia esistono quasi esclusivamente per difendere con logica corporativa gli agenti da situazioni che li vedrebbero comunemente incarcerati, o quantomeno pesantemente multati, sarebbe scorretto e banale affermare che ogni agente di polizia, così come ogni recluta delle forze armate, si dia coscientemente lo scopo di “difendere l’ordine capitalistico di produzione”. Nessuno rivendica di trattare i poliziotti come compagni, ma non essere in grado di notare la natura di classe, ideologica e spesso illusoria del reclutamento negli USA, che spesso spaccia un lavoro violento e repressivo come un “atto di difesa della sicurezza e della vita comune dei cittadini”, è quantomeno attaccabile.

Ricordiamo sempre, in quanto comunisti, che, senza l’appoggio della truppa nell’esercito, i bolscevichi non avrebbero potuto far disarmare e arrendere i reparti fedeli al governo provvisorio che difendevano il Palazzo d’Inverno a Pietrogrado. Ovviamente, l’America del 2018 non è la Russia del 1917, ma questa caratteristica opportunista del sistema di reclutamento poliziesco permette, quantomeno, di pensare in merito alla possibilità di condurre appropriati lavori di smascheramento e e innesco esplosivo delle contraddizioni del sistema repressivo militare dello Stato borghese, del conflitto latente tra corpo degli ufficiali e truppa. Un operaio isolato isolato e fuori dal movimento è un piccoloborghese costretto a lavorare in fabbrica; allo stesso modo, un poveraccio che si arruola e diventa un poliziotto o un soldato della borghesia, per poter mangiare e credendo di servire la comunità, è dalla parte sbagliata della barricata… contro i suoi stessi interessi.

Tatiana è stata insegnante presso le scuole medie ed è attualmente dottoranda in Urban Education alla City University of New York (CUNY). Fa parte della redazione del giornale online Left Voice.