Il Parlamento ungherese ha votato oggi pomeriggio la consegna dei “pieni poteri” al primo ministro Viktor Orbán, in carica da dieci anni. Orbán di fatto detiene ora tutto il potere legislativo ed esecutivo nel paese.


Nella sessione di questo pomeriggio, il parlamento ungherese ha votato una proposta di legge di consegna di “pieni poteri” al Primo Ministro Viktor Orbán, in carica per dieci anni di fila e capofila dell’ascesa di larghi fronti di destra, xenofoba e nazionalista, nell’ultimo decennio in Europa.

La misura eccezionale è giustificata dalla “emergenza sanitaria” legata alla diffusione del Coronavirus.

Ora Orbán ha di fatto il potere di concentrare nella sua persona tutto il potere esecutivo e legislativo: può emanare leggi anche soltanto tramite decreti, può chiudere il Parlamento, cambiare o sospendere leggi esistenti a suo piacimento, bloccare le elezioni future già previste.

Lo stesso Orbán è l’unico a poter decidere quando finirà lo “stato d’emergenza”. A questi provvedimenti si accompagna l’introduzione della pena da uno fino a cinque anni di carcere per chi diramasse “notizie false” – un capo di persecuzione evidentemente approvato per silenziare l’opposizione di qualsiasi tipo a quella che è a tutti gli effetti da oggi una dittatura bonapartista in Ungheria. La legge è passata – 137 voti a favore e 53 contrari – col voto compatto del partito di Orbán, Fidesz e di altri deputati di destra.

I deputati d’opposizione, insieme agli osservatori dell’Unione Europea, hanno denunciato questo colpo di Stato.

“La Commissione europea sta valutando le misure di emergenza adottate dagli Stati membri in relazione ai diritti fondamentali. In particolare per il caso della legge votata oggi in Ungheria sullo stato d’emergenza e le nuove sanzioni penali per la diffusione di informazioni false”, ha risposto il commissario europeo per la Giustizia e lo Stato di diritto Didier Reynders, su Twitter.

Orbán ha replicato: “Stanno con il virus”.

Finora per il Coronavirus si registrano in Ungheria 447 infetti e 15 morti. I dati reali potrebbero essere però molto più gravi. I servizi sanitari effettuano pochissimi tamponi: dall’inizio dell’epidemia ne sono stati realizzati poco più di tredicimila. Negli ospedali mancano i dispositivi di protezione individuale e sono disponibili solo 2.560 ventilatori in tutto il paese.

Un’evoluzione autoritaria, reazionaria, quella in Ungheria, che ricorda da vicino il “Decreto dei pieni poteri” del 24 marzo 1933 che, in Germania, conferì analoghi “pieni poteri” legislativi e di governo alla persona di Adolf Hitler, che aveva appena registrato una vittoria elettorale che, però, non gli permetteva di formare uno stabile governo di maggioranza.

La ministra della Giustizia ungherese, Judit Várga, dirigente di Fidesz e persona di fiducia del presidente, ha dichiarato: “Le decisioni, al contrario, sono pienamente in regola e del tutto conformi con l’ordinamento costituzionale e legale ungherese”. Anche i dittatori del passato, in molti casi, sono riusciti ad arrivare al potere in modo “legittimo” e “costituzionale”: non ci sorprenderebbe se anche questo colpo di mano di Orbán risultasse “leale alla costituzione democratica”.

In un momento di estrema fragilità degli equilibri economici e politici europei e internazionali, il colpo di mano di Orbán getta un’ombra terrificante, un esempio pericolosamente “contagioso” per i governi europei, specialmente quelli che, coalizzati attorno al Gruppo di Visegrád (Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e la stessa Ungheria), godono già di ampi consensi su basi nazionaliste, xenofobe e autoritarie.

L’approvazione di questo decreto rende ancora più urgente e necessaria una risposta su scala europea e internazionale da parte della classe operaia e di tutti coloro che stanno pagando la crisi a beneficio dei capitalisti e dei governi che approfittano della pandemia per attaccare ancora una volta le nostre condizioni di vita.

Giacomo Turci

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.