Questa domenica, l’estrema destra brasiliana ha promosso un’invasione del Congresso, del palazzo presidenziale di Planalto e del Supremo Tribunale Federale, in una chiara azione golpista, oltre ad altre azioni sulle strade e intorno ad alcune raffinerie.

Queste azioni reazionarie, che hanno invocato l’intervento militare e hanno contestato l’esito delle ultime elezioni presidenziali, devono essere immediatamente denunciate e combattute con la forza della mobilitazione operaia e popolare, senza dipendere dalle forze dello Stato capitalista.

È urgente che le direzioni delle centrali sindacali e delle organizzazioni sociali e studentesche chiedano uno sciopero nazionale e un piano di lotta contro le azioni golpiste e per l’abrogazione delle riforme del lavoro e della sicurezza sociale, nonché di tutte le privatizzazioni.

Pubblichiamo di seguito la dichiarazione del MRT, sezione brasiliana della Frazione Trotskista, la nostra corrente internazionale.


Otto giorni dopo l’insediamento di Lula, la base proto-fascista di estrema destra dei sostenitori di Bolsonaro torna a promuovere atti reazionari. La manifestazione contava chiaramente sulla connivenza o sull’appoggio della polizia e della Segreteria di Pubblica Sicurezza (l’ex ministro della Giustizia di Bolsonaro), e persino del governo del Distretto Federale (che è stato destituito dal giudice Alexandre de Moraes per 90 giorni), dato che la manifestazione di estrema destra è riuscita a entrare nelle sedi dei tre rami del potere statale senza molte difficoltà.

Le camere del Supremo Tribunale Federale (STF), il Palazzo del Planalto (sede dell’esecutivo), il Senato e la Camera dei Deputati sono stati sequestrati e vandalizzati. Le immagini mostrano la polizia che scorta la manifestazione fino alle sedi dei tre rami del potere.

Da giorni si sapeva che questa manifestazione avrebbe avuto luogo, il che rafforza il fatto che le forze di polizia e il governo di Brasilia hanno appoggiato l’azione fino a questo punto. La stessa collusione si è vista settimane fa, quando gli stessi settori hanno dato fuoco agli autobus, tra le altre azioni, anche a Brasilia, contro il riconoscimento dei risultati delle ultime elezioni presidenziali.

Mentre i media hanno definito questa azione come la presa del “Campidoglio” brasiliano [facendo un paragone con l’occupazione del Campidoglio degli Stati Uniti da parte dei sostenitori di Trump il 6 gennaio 2021], importanti figure imperialiste come Emmanuel Macron, il Segretario di Stato americano Antony Blinken e lo stesso Presidente degli Stati Uniti Joe Biden hanno pronunciato il loro ripudio, così come i leader latinoamericani. Ma lungi da qualsiasi attaccamento democratico, i governi imperialisti di Francia e Stati Uniti condannano queste azioni perché servono a contrastare le tendenze dell’opposizione di estrema destra nei loro Paesi, come Trump e Marine Le Pen.

I fatti sono molto recenti. Tuttavia, si tratta di un’azione che si è svolta al di fuori di una correlazione di forze che avrebbe potuto dare loro un maggiore sostegno anche tra la base popolare dell’estrema destra. Al contrario, sembra piuttosto un’azione che potrebbe avere l’effetto di separare questo settore più radicalizzato dell’estrema destra dalla base elettorale che ha votato per Bolsonaro, e servirà a unire diverse ali del regime contro queste azioni e le risposte ad esse da parte delle diverse istituzioni.

Questo, di conseguenza, tende a rafforzare l’unità del regime e della maggioranza della borghesia attorno al governo Lula-Alckmin e ad accrescere un massiccio sentimento di unità nazionale contro l’estrema destra, tollerando persino misure e figure più di destra all’interno del governo stesso. Questo tipo di unità con i settori borghesi e le istituzioni del regime come risposta, va contro la possibilità che i movimenti operai e sociali possano entrare in scena con i loro metodi e rendere le richieste dei lavoratori e dei cittadini parte dell’agenda politica, che sarebbe l’unico modo per fornire una soluzione fondamentale alla crisi del Paese e combattere efficacemente l’estrema destra.

Nel frattempo, Bolsonaro, che si è rifugiato a Orlando negli USA e ha postato sui suoi social network cercando di dissociarsi dalle azioni, deve essere ritenuto responsabile di queste azioni. Non solo nelle elezioni, ma per tutto il suo mandato e con il suo silenzio dopo la sconfitta elettorale, è stata una parte centrale della sua politica incoraggiare le azioni golpiste.

Come abbiamo detto, l’estrema destra non sarebbe scomparsa con le elezioni ed è stata attiva, spingendo la correlazione di forze verso destra. Questa dinamica viene utilizzata dal nuovo governo per ridurre le aspettative e giustificare ogni tipo di concessione alla destra, nonché un aumento delle misure autoritarie e repressive.

Lula ha parlato alla televisione nazionale, decretando l’intervento federale nella sicurezza pubblica del Distretto Federale (DF) e affidando alle istituzioni dello Stato capitalista la risposta a queste azioni reazionarie. L’apparato repressivo dello Stato ha favorito la crescita delle forze di estrema destra dopo il golpe istituzionale del 2016, e i lavoratori e i cittadini non dovrebbero affidarsi a queste istituzioni come se potessero essere “difensori della democrazia” o una risposta al bolsonarismo. Sono uno strumento di contenimento violento delle lotte sociali e operaie, anche se ora sono temporaneamente dirette contro l’azione bolsonarista.
Misure come questa spostano la relazione di forze nel Paese ancora più a destra, ponendo le istituzioni del regime e i meccanismi più autoritari come garanti dell’ordine, al fine di impedire l’emergere di mobilitazioni indipendenti che articolerebbero le lotte contro le riforme reazionarie del bolsonarismo e le minacce di golpe.

L’appoggio indiscriminato di settori della sinistra istituzionale, come il PSOL, all’intervento federale nel distretto di Brasilia, così come la richiesta al bonapartismo giudiziario, che ha realizzato il golpe istituzionale del 2016, di “garantire la democrazia”, è un’espressione di fiducia in questo regime e in queste istituzioni, che si rivolterà contro i lavoratori stessi e la sinistra. Non possiamo dimenticare che, proprio durante l’intervento federale del golpista Temer, nel 2017, è stata assassinata Marielle Franco, oltre a numerose altre azioni contro la popolazione nera e gli abitanti delle favela. Ricordiamo il ruolo delle forze repressive di Brasilia contro i movimenti sociali e i lavoratori, quando organizzano le loro manifestazioni sull’Esplanade (il ‘viale dei ministeri’, ndt), come abbiamo visto nella dura repressione della manifestazione contro la riforma del lavoro nel 2017 o contro i popoli nativi nel 2021.

È in corso una reazione da parte di coloro che sostengono questo regime politico degradato dal golpe istituzionale, per cercare di contenere ulteriormente il bolsonarismo. Rodrigo Pacheco, presidente del Senato, Arthur Lira, presidente della Camera dei Deputati, e membri del STF si sono espressi sulla questione.

Qualche giorno fa, il ministro della Difesa del governo Lula, José Múcio, ha dichiarato che le azioni di questa base di estrema destra, accampata davanti alla caserma delle forze armate, erano “atti di democrazia”. Il politico, che proviene da Arena, il partito della dittatura militare, eletto da Lula e promosso dai militari e da Bolsonaro, ha anche dichiarato di avere parenti e conoscenti tra questi settori.

Per ora, la maggior parte dei militari che hanno sostenuto il governo di Bolsonaro non si sono espressi, perché questi stessi settori sono anche la sua base sociale. Il vicepresidente di Bolsonaro e ufficiale militare in pensione, Hamilton Mourão, ha pubblicato un tweet in cui si dissocia dalle azioni di domenica e il giorno prima dell’insediamento di Lula ha accusato Bolsonaro alla televisione nazionale per l’erosione delle forze armate, pur senza nominarlo. Figure bolsonariste come il governatore di San Paolo, Tarcísio de Freitas, hanno dovuto dissociarsi dalla “violenza” delle azioni, affermando che l’opposizione e le manifestazioni dovevano essere pacifiche. Un’espressione del fatto che l’attuale correlazione di forze non fornisce buone condizioni affinché atti come quelli di questa domenica abbiano il sostegno della più ampia base bolsonarista.

Non è possibile combattere l’estrema destra riconciliandosi con essa, con figure come Múcio o Daniela do Waguinho, ministro del Turismo nel governo Lula con forti relazioni con le milizie di Rio de Janeiro, nonché appartenente alla formazione politica União Brasil, partito che ha votato per Bolsonaro nel 2018.

Non possiamo lasciare la lotta contro l’estrema destra nelle mani della polizia, che più di una volta ha dimostrato di apprezzare il bolsonarismo, né alle istituzioni dello Stato capitalista e ai suoi meccanismi autoritari. Storicamente, la conciliazione di classe ha solo dato ancora più spazio all’estrema destra. Per questo le organizzazioni politiche che si collocano a sinistra del PT e della burocrazia devono posizionarsi in modo indipendente dal governo, come abbiamo discusso con il PSOL.

Il nostro più energico ripudio di tutte le azioni golpiste implica la definizione della migliore strategia per affrontare il bolsonarismo, che deve essere portata avanti con i metodi della classe operaia e promuovendo un fronte unico della classe operaia, che può avvenire solo in combinazione con la lotta per l’abrogazione delle riforme antioperaie e a sostegno delle lotte in corso, come la mobilitazione dei lavoratori della distribuzione del 25.

Per questo motivo è necessario che la Central Única de Trabajadores (CUT) e le altre centrali sindacali rompano immediatamente la loro paralisi e chiamino allo sciopero nazionale e a un piano di lotta, e che la Central Única de Trabajadores del Petróleo organizzi i suoi ranghi contro le gravi minacce nelle raffinerie, che devono essere affrontate con l’organizzazione dei lavoratori del settore petrolifero dalla base.

Lo slogan “Nessuna amnistia” per Bolsonaro e tutti i suoi scagnozzi [come si è sentito durante l’insediamento di Lula] deve significare anche la lotta decisa contro le riforme del lavoro e delle pensioni, la legge sulle esternalizzazioni senza restrizioni e tutte le privatizzazioni, per unificare importanti settori della classe operaia, come i lavoratori delle consegne che si stanno mobilitando per una giornata di sciopero nazionale il 25 gennaio, insieme ai movimenti sociali, e ribaltare l’eredità del golpe del 2016 e dei governi di Temer e Bolsonaro. La garanzia che non ci sarà alcuna amnistia per Bolsonaro sarà possibile solo con i metodi di lotta indipendenti della classe operaia. Ecco perché la politica di settori del PT e degli stessi sindacati di condannare la mobilitazione dei fattorini è pazzesca.

Coloro che dicono che le mobilitazioni dei lavoratori rafforzeranno l’estrema destra sono quelli che la rafforzano di più. Per i lavoratori e i giovani che vogliono mobilitarsi contro l’estrema destra, è essenziale capire che la via d’uscita non è la difesa dell’unità nazionale borghese e la sua rinascita autoritaria con l’intervento federale, ma una via d’uscita indipendente.

Solo con questa mobilitazione indipendente della classe operaia, unificando i giovani, le donne, gli indigeni, i neri e le persone LGBT+, possiamo porre fine a queste mobilitazioni reazionarie, che servono solo a mantenere in vita il progetto dell’estrema destra e a sostenere un regime politico altamente degradato che mantiene i lavoratori e i poveri affamati e disoccupati mentre i padroni e le imprese agroalimentari guadagnano milioni. Questo piano di lotta deve avanzare verso una soluzione fondamentale, che articola la battaglia per far pagare la crisi ai capitalisti, per fermare le minacce golpiste dell’estrema destra, per lottare contro l’oppressione e in difesa dell’ambiente.

 

MRT – Movimento Revolucionário de Trabalhadores

Traduzione da Esquerda Diario

Sezione brasiliana della Frazione Trotskista - Quarta Internazionale.