La sinistra statunitense che si rifà al socialismo ha improvvisamente riscoperto la figura dello storico capo socialdemocratico tedesco Karl Kautsky. Ha in realtà recuperato le radici storiche del dibattito su “riforma o rivoluzione”, attualissimo per il movimento operaio e la sinistra in tutto il mondo: per questo proponiamo materiali selezionati del Kautsky debate.


Il 2019 non ha visto soltanto una potente ondata di ribellioni popolari e lotte di classe a livello internazionale, ma anche una riscoperta della figura di Karl Kautsky, e di temi “classici” del dibattito del movimento operaio e socialista europeo, da parte della sinistra americana che in vario modo si richiama al socialismo e al marxismo. In realtà, la sinistra statunitense ha riscoperto il secolare dibattito “riforma o rivoluzione”, sotto la spinta di fenomeni rilevanti di ripresa della lotta della classe lavoratrice in vari settori e territori negli USA, così come posta di fronte all’ascesa del supporto per Bernie Sanders e il suo “socialismo” compatibile con l’imperialismo americano.

Proprio il crepuscolo del consenso neoliberale post-caduta dell’URSS ha riaperto spazi di evoluzione non solo organizzativa, ma anche ideologica della classe lavoratrice, persino nel “ventre della bestia”, rendendo un fatto ciò che fino a pochi anni fa era impensabile per tutti o quasi, cioè una popolarità crescente, di massa, dell’idea del socialismo, e di quale strategia definita adottare per avere una propria politica come movimento operaio, in contrapposizione con i grandi esponenti del Partito Democratico, alle dipendenze dirette del grande capitale finanziario.

Un dibattito, quello che formalmente è partito dalla contrapposizione tra la strategia di “logoramento” del sistema capitalista proposta da Kautsky, principale referente dell’Internazionale Socialista e della socialdemocrazia tedesca (senz’altro il partito operaio più forte a livello mondiale fino all’ascesa dei bolscevichi nel 1917), e tutti quegli oppositori di sinistra nell’Internazionale, a partire da Vladimir Lenin e Rosa Luxemburg, che rilevarono la natura essenzialmente riformista della linea di Kautsky, e che le contrapponevano una strategia rivoluzionaria e internazionalista di abbattimento del capitalismo.

Il Kautsky debate americano ci offre strumenti e importanti spunti di riflessione sul programma, la strategia, la politica in generale del movimento operaio e della sinistra anche in Italia. Per questo, cominciamo un piano di pubblicazione di articoli selezionati da tale dibattito, preceduti da una versione adattata della presentazione che ne ha fatto Nathaniel Flakin nel 2019 per il nostro giornale gemello statunitense Left Voice. Mano a mano, collegamenti diretti a tutti gli articoli che proporremo saranno aggiunti in questa pagina.

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In due recenti conferenze socialiste a New York e a Chicago, ho sentito i compagni che si chiedevano cosa stesse succedendo con tutto questo Kautsky debate. Perché all’improvviso tutti parlano di Karl Kautsky, un uomo morto nel 1938? Sono stato uno storico del movimento socialista in Germania per oltre un decennio, e non avrei mai immaginato che Kautsky avrebbe vissuto una rinascita. La scrittura di Kautsky è generalmente sconosciuta in Germania, nella sua nativa Austria, e in particolare nel mondo anglofono. Il suo lavoro si distingue soprattutto per essere citato nelle polemiche di Lenin e Trotsky.

Il dibattito che si è svolto negli ultimi sei mesi riflette i drammatici cambiamenti del movimento socialista statunitense. Per i compagni che si chiedono perché viene versato così tanto inchiostro, forniamo una breve panoramica.

 

Karl Kautsky

Prima di tutto: Chi era Karl Kautsky? Kautsky era il principale teorico del Partito socialdemocratico tedesco (SPD), il più grande partito della Seconda Internazionale. Dopo la morte di Karl Marx e Friedrich Engels, la rivista teorica di Kautsky “Die Neue Zeit” divenne così influente da fargli guadagnare il soprannome di “Papa del marxismo”.

C’erano tre ali all’interno della SPD. L’ala riformista o “revisionista”, che iniziò a svilupparsi negli anni Novanta del XIX secolo ed era rappresentata da Eduard Bernstein: era favorevole alla trasformazione del capitalismo attraverso riforme parlamentari. L’ala di sinistra, rappresentata da Rosa Luxemburg e altri, rimase fedele alle radici marxiste del partito: volevano un partito che spingesse le lotte operaie verso la rivoluzione.

La terza ala, il “centro marxista” di Kautsky, ha cercato di conciliare queste due posizioni inconciliabili in nome dell’unità del partito. La visione rivoluzionaria di Kautsky, come spiegato nel suo libro “La via al potere” [qui la versione inglese online], postulava che un partito socialista avrebbe avuto bisogno prima di tutto di conquistare la maggioranza in parlamento, come mandato popolare per cambiamenti radicali. In opposizione alla Luxemburg, Kautsky vedeva le rivoluzioni come fenomeni oggettivi che i socialisti dovrebbero pazientemente aspettare, piuttosto che prepararsi attivamente a esse.

 

Guerra e rivoluzione

Quando scoppiò la prima guerra mondiale nel 1914, la SPD, di fatto, si scisse. L’ala destra, preso il controllo del partito, sostenne la guerra imperialista. L’ala sinistra, emarginata, cercò di organizzare la resistenza contro la guerra. Kautsky, che rappresentava il centro, in sostanza alzò le mani e disse di essere contro la guerra, ma i socialisti non potevano fare nulla per fermarla. Fu smentito già quattro anni dopo, quando una rivoluzione rovesciò il Kaiser tedesco. Nella turbolenza rivoluzionaria che ne seguì, i socialdemocratici di destra cercarono di salvare il capitalismo, mentre la sinistra cercò di completare la rivoluzione socialista. Nella rivoluzione del 1918-19, Kautsky cercò di nuovo di trovare una “via di mezzo” e finì per non essere altro che l’utile idiota della destra.

Kautsky passò il resto della sua vita ad attaccare con sempre maggiore astio il successo della rivoluzione socialista in Russia. Con il fascismo in ascesa, la speranza di Kautsky che la SPD potesse accumulare costantemente potere (come aveva fatto nei suoi giorni prima della guerra) si rivelò infondata. Morì in esilio nel 1938 e fu dimenticato dai più.

Il dibattito strategico tra Rosa Luxemburg e Karl Kautsky è presentato da Matías Maiello in Rivoluzione o logoramento: leggere Kautsky tra le righe.

 

Eric Blanc

Il Kautsky debate negli Stati Uniti ha avuto inizio quando il giovane storico Eric Blanc ha pubblicato un articolo su Jacobin. Blanc proviene da un background trotskista, prima come membro di Socialist Organizer e poi della International Socialist Organization, ma si è poi schierato per i Democratic Socialists of America (DSA) e per la campagna di Bernie Sanders.

Blanc sostiene che la politica rivoluzionaria non ha mai conquistato la maggioranza in un paese capitalista sviluppato con un sistema parlamentare. Pertanto, i socialisti devono conquistare una maggioranza parlamentare prima che la trasformazione socialista possa essere messa all’ordine del giorno. Blanc ha chiesto che i socialisti si uniscano ai Democratici [processo effettivamente avvenuto tramite la campagna Sanders, ndr], confortandosi con l’idea di una futura dirty break [rottura a tradimento coi Democratici, ndt].

Ma cosa ha a che fare tutto questo con Kautsky? Kautsky, per tutte le sue debolezze, non scendeva a compromessi sulla necessità di un partito indipendente della classe operaia – ha sostenuto specificamente che i lavoratori negli Stati Uniti avrebbero dovuto formare un proprio partito, invece di aderire ai Democratici o ai Repubblicani.

Il vero accordo tra Kautsky e Blanc sta nel loro comune impegno per una politica riformista del qui e ora, che promettono di trasformare in un futuro lontano in una politica di radicale trasformazione. I marxisti chiamano questo tipo di politica “centrismo” (dal nome del “centro marxista” di Kautsky nella vecchia SPD), che è “rivoluzionario a parole, ma riformista nei fatti”.

Il pezzo di Blanc ha ricevuto una serie di confutazioni.

  • Il “meglio” di Karl Kautsky non è abbastanza, di Charlie Post
  • Kautsky, Lenin, e la transizione al socialismo: una risposta a Eric Blanc, di Mike Taber
  • Kautsky, Luxemburg e Lenin alla luce della rivoluzione tedesca, di Nathaniel Flakin

 

Finlandia e Cile

Blanc cita la rivoluzione finlandese come modello per la sua teoria della rivoluzione. Nel 1917 il Partito socialdemocratico finlandese (SDP) ottenne la maggioranza in parlamento, e questo fu il preludio di una rivoluzione socialista. Tuttavia, la politica riformista dello SDP (aspettare pazientemente la rivoluzione, senza prepararsi) portò la rivoluzione alla sconfitta. Non dovete crederci sulla parola: molti leader dello SDP hanno deciso che il riformismo aveva fallito e sono diventati comunisti. Inspiegabilmente, il loro fallimento dovrebbe essere un modello per i socialisti di oggi.

  • La rivoluzione finlandese, di Eric Blanc
  • 1919: quando la Finlandia era rossa, di Nathaniel Flakin
  • Parte 2: La rivolta
  • Parte 3: Contro la riconciliazione
  • La rivoluzione operaia perduta: Finlandia 1917-18, di Duncan Hart

 

La rivista Jacobin Magazine elogia anche un’altra sanguinosa sconfitta: quella del governo riformista di Salvador Allende in Cile. Ma ancora una volta, la sconfitta di Allende dimostra che una strategia riformistica elettorale non prepara i socialisti a una lotta rivoluzionaria contro uno Stato borghese. Nathan Moore ha dimostrato come l’esperienza del Cile renda il leninismo più che mai attuale.

  • Lenin è ancora applicabile oggi? Lezioni storiche dal Cile, di Nathan Moore
  • Parte II: Che fare, ora?

 

Lars Lih

Lars Lih sostiene da più di un decennio che la politica centrista di Kautsky e la politica rivoluzionaria di Lenin sono più o meno identiche. Questo è stato il suo tema da quando ha pubblicato il suo libro: “Lenin Rediscovered: What Is To Be Done? in Context“. Lih ha ribadito l’argomento recentemente in un articolo per il Jacobin; ha anche scritto molti articoli simili per il giornale britannico “Weekly Worker”.

Karl Kautsky as the Architect of the October Revolution, di Lars Lih

Come sottolinea Christopher Baum in Left Voice, tuttavia, questo argomento ignora volutamente le rotture nel pensiero di Lenin. In particolare sulla questione dello Stato, Lenin ha cambiato il suo punto di vista nel corso della prima guerra mondiale, rifiutando le idee riformiste di Kautsky. Jim Creegan ha sostenuto lo stesso argomento con forza in un articolo per il “Weekly Worker”.

  • Lenin, Kautsky e lo Stato, di Christopher Baum
  • Una traiettoria costante verso destra, di Jim Creegan
  • Parte II: La missione di un progresso ordinato

È interessante notare che Blanc e Lih difendono posizioni quasi esattamente opposte: Blanc difende Kautsky con la motivazione che era contrario a Lenin; Lih difende Kautsky con la motivazione che era d’accordo con Lenin. L’opportunismo politico è sempre accompagnato da teorie confuse. Lih si presenta come un accademico apolitico, ma in realtà, come Blanc, ha avuto una carriera politica come “socialista” nel Partito Democratico. È qui che lui e Blanc sono d’accordo; come sostiene in modo convincente Louis Proyect, entrambi subordinano la teoria e la storia ai loro fini politici opportunistici.

  • Lars Lih contro Eric Blanc, di Louis Proyect

 

Imperialismo

Nell’unico contributo finora dal lontano Sud globale, Matías Maiello – che scrive per il giornale gemello della Voce delle Lotte in Argentina, La Izquierda Diario – affronta la questione del rapporto tra imperialismo e riformismo socialdemocratico. È stata in definitiva la capitolazione della SPD all’imperialismo tedesco che ha portato al suo (e a quello di Kautsky) storico tradimento. È quindi essenziale che i socialisti – soprattutto negli Stati Uniti, la potenza imperialista più distruttiva della storia – mettano l’antimperialismo al centro del loro lavoro teorico e politico.

  • Socialdemocrazia e imperialismo: Il problema con Kautsky, di Matías Maiello

Questo articolo ha portato a un dibattito con Charlie Post su Left Voice sul concetto di “aristocrazia operaia”. Lenin usava questo termine per riferirsi allo strato superiore del proletariato nei paesi imperialisti, che spesso può essere ‘corrotto’ e reso compiacente con una parte del bottino del saccheggio imperialista. Lenin sostiene che tali tangenti costituiscono la base materiale del riformismo. Charlie Post ha controbattuto che non c’erano prove empiriche dell’esistenza di una “aristocrazia operaia”, e che il riformismo è il prodotto naturale della lotta della classe operaia sotto il capitalismo. Maiello ha risposto che le “tangenti” fornite all’aristocrazia operaia comprendono molto di più che soltanto salari più alti.

  • Riformismo e imperialismo. Una risposta a Matías Maiello, di Charlie Post
  • Anti-imperialismo e socialismo. Una risposta a Charlie Post, di Matías Maiello

 

Ulteriori letture

Speriamo di aver fornito un aiuto ai lettori che cercano di approcciare il Kautsky debate: in questa sede, ci limitiamo a riportare una selezione di quel dibattito.

La cosa importante da ricordare è che il Kautsky debate non riguarda realmente Kautsky. È solo un proxy teorico per il grande dibattito che si sta svolgendo nella sinistra statunitense: i socialisti dovrebbero aderire al Partito Democratico dell’imperialismo americano?

Sarebbe molto più facile, naturalmente, se i riformisti di oggi, incentrati sulla rivista Jacobin, si definissero riformisti. Ma il riformismo è sempre stato teoricamente oscuro. La cosa buona è che è proprio studiando la storia del movimento socialista che capiremo di quale strategia abbiamo bisogno per battere il capitalismo.

I migliori contributi al dibattito di Kautsky sono venuti dai marxisti classici. Consigliamo “Stato e rivoluzione” e “La rivoluzione proletaria e il ribelle Kautsky” di Lenin, così come “Terrorismo e comunismo” di Trotsky e “Sciopero di massa, partito, sindacati” [disponibile online in inglese] di Luxemburg.

Di seguito, ulteriori, più recenti contributi al Kautsky debate.

Due tendenze nel movimento socialista americano: Perché dovremmo buttare Kautsky con l’acqua sporca, di John Peterson

La rivoluzione o la strada democratica verso il socialismo? Una risposta a Eric Blanc, di Donald Parkinson

Strategia post-insurrezionale, di Jacob Richter

Kautsky e la strada parlamentare verso il socialismo. Una risposta a Eric Blanc, di Rob Rook

Giornale militante online fondato nell'aprile 2017.
Sito informativo della Frazione Internazionalista Rivoluzionaria (FIR).